Ti è mai capitato di rispondere in modo aggressivo ad un collega e subito dopo pentirtene, magari passando anche dalla ragione al torto? O di rimanere in frustrante silenzio mentre vieni ripreso da un responsabile e, solo dopo che se n’è andato, sapere cosa avresti potuto dire di efficace? O, ancora, di interpretare come un sopruso le azioni di qualcuno e reagire di istinto, per poi ritrovarti a raccogliere i cocci, stando ben attento a non tagliarti di più?
Se ti sei ritrovato in almeno una di queste situazioni, o simili, questo è il post giusto per te!
Anzi, credo sia il post giusto per chiunque inizi a lavorare sulle competenze trasversali perché, se è vero che ogni grande viaggio inizia con un primo passo, fare conoscenza con il proprio scimpanzé è giusto quello che serve per iniziare.
Ma cosa significa questo?
Tempo fa, su suggerimento di un collega, ho letto “Il paradosso dello scimpanzé”, nel quale Steve Peters spiega come funziona la nostra mente psicologica, in modo semplice e piacevole. Da allora, questo simpatico animale, fa parte integrante di tutti i miei corsi e, in un certo senso, ne è il caposaldo.
L’autore definisce “scimpanzé” l’area più antica del nostro cervello, il limbico, che abbiamo ereditato senza troppe modifiche dai nostri antenati – i cavernicoli – e con un “solo” scopo: salvarci la vita!
In millesimi di secondo, lo scimpanzé valuta la situazione in cui ci troviamo e reagisce di conseguenza, attaccando o fuggendo, a seconda che si senta o meno all’altezza dello “scontro”. In millesimi di secondo!!
Per fare un esempio, lo scimpanzé è quello che ci permette di frenare l’auto di colpo se qualcuno ci taglia la strada, senza neanche sapere come abbiamo fatto. Ottimo lavoro, no?
I problemi principali sono due:
n°1: lo scimpanzé non sa, e poco gli interessa, che ci troviamo nel 2020 e che molti dei pericoli che corriamo durante la giornata sono solo di natura sociale. Per lui, ogni disturbo è da prendere decisamente sul serio e richiede un intervento immediato a salvaguardia della vita.
Quindi le sue reazioni possono spesso rivelarsi eccessive rispetto al reale problema e, paradossalmente, dannose al nostro benessere personale e relazionale.
n°2: se stai pensando che noi siamo dotati di logica e razionalità, e quindi possiamo ignorare o controllare a nostro piacimento e con la forza lo scimpanzé, è bene sapere che come in natura questo animale è 5 volte più forte dell’uomo, anche quello nel nostro cervello ha la stessa potenza e dominio sulla nostra parte evoluta, la neocorteccia, dove risiedono logica e razionalità.
Hai presente quando diciamo “l’ho fatto senza pensarci!”, “mi si è spento il cervello!”, “mi sono bloccato!”.
Ecco! Quando suona l’allerta e lo scimpanzé si sveglia, la neocorteccia si spegne e lascia il palcoscenico allo scimpanzé. Non c’è tempo per pensare, solo per agire.
Se, a questo punto, ti stai chiedendo:
“Ma allora, se questa è la situazione e non possiamo, né dobbiamo, cambiare la natura dello scimpanzé, come possiamo allearci e unire il suo istinto alla nostra capacità razionale, in modo proficuo e nel rispetto di entrambi?”
Sappi che questo è esattamente il lavoro che faremo insieme, attraverso strumenti pratici e allenamento costante, a partire da articoli cadenzati del blog e video di approfondimento.
Per ora, come chiede anche Steve Peters, hai dato nome al tuo scimpanzé? Se sì, allora puoi guardare questo video!
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Ciao Ale! Complimenti per il tema che stai affrontando. Io l’ho sempre chiamato “cervello rettile” ma lo scimpanzé mi piace di più, per cui ti ringrazio per avermi presentato Spritz! Seguirò i tuoi interventi con grande curiosità! A presto!
Ciao Giuseppe, grazie 🙂
Esatto, quella parte del cervello è il rettiliano e tutti abbiamo un cervello rettiliano.
Spritz, invece, è solo tuo e le vostre scorribande non sono uguali a quelle di nessun altro o, almeno, non totalmente.
Sono contenta che tu lo abbia conosciuto, spero che tutti e due continuiate a lavorare con me con i prossimi articoli e video.
A presto 🙂