Esistono una serie di premesse importanti che è bene conoscere, e che sono di grande supporto quando si intraprende un qualsiasi percorso nel mondo delle competenze trasversali. Se vale in ogni ambito dire che “l’allenamento è più importante della partita”, questa massima si trasforma in un vero e proprio Manifesto quando si parla delle nostre capacità relazionali applicate al mondo del lavoro e, quindi, al nostro ruolo di professionisti.
Perché su queste premesse, prima ancora che sui contenuti del corso stesso, si concentra l’essenza del lavoro individuale e di gruppo ed è su queste che, in effetti, si possono incontrare i maggiori ostacoli e resistenze iniziali.
Una di queste premesse, in particolare, ci restituisce il significato etimologico di una parola bellissima della lingua italiana, regalandoci la possibilità di farlo nostro e aiutarci a recepire diversamente il senso del percorso intrapreso.
La parola in questione è RESPONSABILE.
Cosa ti viene in mente, immediatamente, nel leggerla?
Ho cercato sul vocabolario le varie definizioni, nel tentativo di riassumere quelle che comunemente gli attribuiamo. Ti chiedo di osservare come questo termine, tanto nel vocabolario, quanto nella vita di tutti i giorni finisca per limitarsi ad un ruolo di DOVERE, DI COSCIENZIOSITA’, addirittura DI COLPEVOLEZZA:
“1 Che deve rispondere, rendere conto di un’azione propria o altrui .
‖ Farsi responsabile di qualcuno o di qualcosa, farsene garante
‖ GIORN Direttore, redattore responsabile, che assume di fronte alla legge la responsabilità di tutto ciò che si pubblica su un giornale
2 ass. Che è conscio degli effetti del proprio comportamento; che è pronto ad assumersi la responsabilità di ciò che fa: è un giovane serio e r.
‖ SIN. avveduto, coscienzioso
3 estens. Colpevole, protagonista: si è reso r. delle azioni più turpi
4 estens. Che è causa, che determina un determinato evento: la grandine è r. del danno subito dal raccolto
B s.m. e f. Chi deve rispondere, rendere conto di un’azione propria o altrui: i responsabili di un’azienda; il r. della strage”
Ti sei ritrovato in almeno una di queste descrizioni?
Anche se sono tutte – limitatamente – giuste, vorrei ora mostrarti che c’è tanto di più nel suo significato etimologico, un di più che suggerisce un maggiore livello di profondità e volontà di intenti.
Respons-abile, infatti, racconta della nostra “abilità a rispondere”, della consapevolezza di poter essere capaci di agire in ogni situazione, a partire dalla nostra posizione e nel rispetto di questa – e di quella degli altri -. Non perché siamo chiamati a farlo, e in un certo senso costretti, ma “semplicemente” perché ne siamo in grado.
Entrare in questa visione originale del termine, ci permette di uscire dalla logica dell’ostaggio che spesso ci intrappola in situazioni faticose al lavoro, e che ci fa credere di non avere alcuna possibilità di azione, di non poter essere abili a rispondere.
Quante volte ci sentiamo prigionieri delle decisioni altrui? Quanto spesso ci arrendiamo perché non avendo un ruolo dirigenziale crediamo di non aver alcuna voce in capitolo? Come possiamo mai gestire uno o più colleghi che crediamo si comportino da prepotenti nei nostri confronti?
E, di solito, quando capita l’ostaggio che ci tiene ostaggi, ci fa dire queste frasi:
“non dipende da me” ,“non ci posso fare niente”, “se solo potessi decidere io”, “se quel collega se ne andasse”, “se il mio capo fosse diverso” “non è il mio ruolo, non mi compete”.
E ancor più che dirlo, lo proviamo. Giusto?
Sentirsi abili a rispondere vuol dire imparare a capire cosa posso fare in ogni situazione e come farlo nella maniera più efficace possibile, senza lasciare niente di intentato rispetto a ciò che ha senso fare, dalla mia posizione.
Se sei curioso di sapere come iniziare questo lavoro e applicare il significato di una parola a nuova operatività, guarda questo video e ricorda che, come diceva il poeta francese Jean Paul Sartre :
“Non facciamo quello che vogliamo e tuttavia siamo responsabili di ciò che siamo”.
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